Torna il turismo di prossimità e lo slow tourism, consapevole e sostenibile, in attesa di una nuova carta del viaggiatore

Il viaggio è da sempre sinonimo di esperienza, di scoperta. Spesso di un luogo lungamente desiderato o un posto dove tornare perché ci ha profondamente colpito. E il più delle volte questa meta è lontana, in un altro paese, in un altro continente. Oggi è tutto diverso. L’esperienza traumatica della pandemia di Coronavirus prima ci ha colti di sorpresa, poi ci ha accompagnato per alcuni mesi con contrasti stridenti e drammatici, come hanno documentato molte immagini, e adesso - ad un anno dall’inizio di questa emergenza mondiale – sembra farci tornare al punto di partenza.

UNWTO 2020, numeri mai visti

Di una cosa però siamo già certi. Non viaggeremo più come prima, o almeno con la stessa libertà di scelta per le destinazioni più desiderate. Il 2020 sarà infatti ricordato come l’anno nero del turismo. Secondo UNWTO tra gennaio e ottobre il crollo degli arrivi internazionali nel mondo è stato del 72%, con una perdita di 900 mld di dollari, nove volte il calo registrato nel 2009 per la crisi globale. In Italia, l’Istat ha registrato un calo del -58,2% di arrivi (pari a 39,4 mln in meno) e -53,3% di presenze (pari a 154,1 mln). I turisti stranieri sono diminuiti di oltre 70 punti, con un saldo negativo di oltre 116 milioni di pernottamenti. Gli italiani hanno contenuto la flessione intorno ai 36 punti, con una perdita di circa 60 milioni di pernottamenti. Solo i mesi di luglio (-49%) e soprattutto agosto (-26%) hanno dato l’illusione che si stesse tornando alla normalità, una libertà che abbiamo pagato cara, con un nuovo picco di diffusione del virus in autunno che ci ha accompagnato fino ad oggi.

Turismo di prossimità e out door

Come già emerso in estate però, cambiano di trend e le mete, con un nuovo tipo di domanda che predilige l’allontanamento dalle grandi città, la necessità di spazi grandi e aperti, magari nella natura, prenotazioni last minute per evitare di incorrere nel divieto di spostarsi oltre la propria regione e un nuovo senso di appartenenza a luoghi a noi vicini e a volte inesplorati. In questo faranno la differenza i servizi, come sistemi sicuri di igienizzazione e percorsi controllati, ma anche grande utilizzo delle tecnologie, un salto quest’ultimo che nel nostro Paese potrebbe anche avere conseguenze positive.

Giardini di Bomarzo Oasi di Ninfa

 

Sostenibilità e turismo “attivo”

Altra grande novità la particolare attenzione al tema della sostenibilità, soprattutto dal punto di vista ambientale e nel tipo di scelta del soggiorno. Molti studi, primo tra questi UNWTO, ritengono che aspetti come quello della sostenibilità saranno preponderanti dell’era del post Covid 19, non solo con una diversa consapevolezza della necessità di rispettare l’ambiente, ma anche con un’ottica diversa dell’esperienza di viaggio. Quello che prima era solo uno dei trend di vacanza, potrebbe essere domani il motore principale di spostamento, amplificando l’interesse per territori locali, per tradizioni artigianali o gastronomiche, per esperienze stimolanti e uniche che gli consentano di vivere a pieno il luogo nel quale viaggia, oltre che di sostenere le realtà locali. Insomma, un turista “attivo” che partecipa e crea legami, arricchendo il suo viaggio di sinergie con il territorio esplorato.

Digital Green Pass

Una cosa è certa, bisognerà avere pazienza. E’ possibile prevedere una timida ripresa dei mercati a breve raggio a partire dall’autunno del 2021 mentre per quelli a lungo raggio l’attesa sarà probabilmente più lunga, tra 2022 e 2023. Per tornare però ai livelli del turismo pre-Covid bisognerà probabilmente attendere il 2024-2025. 

Nel frattempo, la Commissione Europea lavora ad una proposta legislativa, un Digital Green Pass. che dovrebbe essere lo strumento capace di farci tornare gradualmente a muoverci in Europa e nel mondo, con buona pace della privacy dei cittadini. Per ora è una proposta di legge, volta a “consentire ai cittadini di muoversi gradualmente in sicurezza nell’Unione o all’estero, per lavoro o per turismo” un modo per “facilitare la vita degli europei”, afferma la presidente della Ue Ursula von der Leyen. Scopo unico è provare che una persona è stata vaccinata; fornire i risultati dei test per coloro che ancora non sono stati vaccinati; dare informazioni sulla guarigione dalla Covid-19. Rispetterà la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy, ma ci sono molti dubbi su questa proposta, sia nel merito che nelle sue modalità di applicazione. L'attesa non sarà vana. Mappiamo il territorio vicino a noi e una meta unica in questa Italia così varia sarà sempre un’esperienza magica e preziosa.

Cristina Chiarotti © Foto Review Magazine