Alla Galleria Borghese di Roma, fino al 29 gennaio 2023, un viaggio nella pittura su pietra tra Cinquecento e Seicento

La Galleria Borghese è uno dei luoghi più belli di Roma. ‘Bellezza’ è infatti l’unica parola viene in mente a tutti coloro che appena varcato l’ingresso principale si ritrovano immediatamente immersi nella Casa delle meraviglie della famiglia Borghese. Qui dal 25 ottobre al 29 gennaio 2023 prossimo è possibile, oltre ai capolavori già presenti, visitare anche la ricca esposizione di opere del percorso “Meraviglia senza tempo”, a cura di Francesca Cappelletti e Patrizia Cavazzini, un viaggio alla scoperta della pittura su pietra e dei suoi mille significati.

La mostra, pensata per attirare l’attenzione del pubblico su questa produzione di oggetti singolari, si inserisce in un percorso di ricerca iniziato nel 2021 con l’approfondimento del tema della Natura e del Paesaggio all’interno della collezione della Galleria. È la collezione stessa, raccolta da Scipione Borghese nei primi tre decenni del Seicento, a presentare esempi di pittura su pietra di notevole interesse, mentre il contesto, la diversità di materiali impiegati nelle opere e la loro sintonia con le collezioni storiche non più esistenti di piante, animali e altre curiosità naturali, contribuisce a definire quel senso di meraviglia e di stupore che la caratterizza da secoli.

Accompagnati da una guida esperta, che nell’anteprima stampa ha arricchito la visita di mille dettagli, sarà emozionante scoprire l’“invenzione” di Sebastiano del Piombo, che già prima del Sacco di Roma del 1527 elaborò la tecnica della pittura a olio su pietra, consapevole in realtà di rivitalizzare una pratica antica, citata da Plinio. A lui si accompagnano nel tempo altri autori, che sperimentano tecniche e materiali diversi, uniti nel tentativo di sfidare il tempo e la scultura, in un gustoso gioco tra natura e significati allegorici, tra materiali preziosi e di riporto, diventati poi oggetti unici da collezione seppure a volte non altrettanto rilevanti nei materiali. Con oltre 60 opere provenienti da musei italiani e stranieri e da importanti collezioni private, “Meraviglia senza tempo. Pittura su pietra a Roma tra Cinquecento e Seicento” racconta, oltre all’ambizione all’eternità delle opere d’arte, del dibattito critico e attento di un’epoca sensibile alla gara tra pittura e scultura, ma anche di cambiamenti e periodi storici che si susseguono, insieme ad una miriade di materiali di lavoro che arrivano dalle cave alle mille botteghe degli artisti fino al loro posto nelle collezioni, ormai calamite per la produzione di beni di lusso.

 

Tra ritratti e talismani, paesaggi e scene mitologiche o sacre, il visitatore si sorprende a scoprire i supporti delle di tutte le opere, i colori e le lavorazioni, dal marmo africano al porfido rosso, dall’alabastro alla lavagna con le sue tinte nere che ne caratterizzano tutta la scena, dalla pietra di paragone alla pietra paesina, impreziosita da lapislazzulo o marmi di riporto, il tutto volto a rendere ogni opera unica, un vero oggetto da collezione. La visita alla mostra vale un viaggio nel tempo, testimone vivissima di quanto ancora c’è da scoprire nel patrimonio artistico della nostra storia.

Arricchisce tutto il senso della mostra la pubblicazione “Alla ricerca dell’eternità. Dipingere sulla pietra e con la pietra a Roma. Itinerari”, a cura di Francesca Cappelletti e Patrizia Cavazzini, edito da Officina libraria, che ripercorre luoghi significativi di Roma, spesso poco noti, specialmente chiese ma anche palazzi aristocratici, dove si conservano pale dipinte su pietra e in cui la ricchezza di marmi policromi e di mosaici crea virtuosi effetti coloristici.

Cristina Chiarotti - © Foto Review Magazine

Photo Credits: A. Novelli © Galleria Borghese